Friday, April 29, 2011

LINGUA E LETRATURA URDU

La Lingua e la letteratura Urdu

La lingua Urdu:
La lingua Urdu, che insieme col Bengali è dal 1957 la lingua ufficiale dal Pakistan, non è, come dicemmo, lingua materna o parlata di nessuna della province che formato l’attuale stato, e sulla sua origine si è molto discusso. La lingua classica dell’antica India, è, come tutti sanno, il sanscrito, così detto (“samskrta” significa “confectus”, elaborato) proprio perché lingua, fino a un certo grado, letteraria e artificiale.
Molto si è favoleggiato, specialmente negli ambienti semicolti e specialmente nella seconda metà del secolo scorso, sul sanscrito come “la madre delle lingue”, la “la più antica lingua aria”. In realtà, lungi dall’essere madre delle lingua sanscrito, benché mantenga caratteristiche, specialmente morfologiche, molto arcaiche, non si può nemmeno chiamare la più “antica lingua indo-europea”. Essa, insieme con l’antico persiano e l’avestico, forma il ramo indo-ario della grande famiglia indo-europea, ed è lingua che prescindendo dalla lingua dei veda che ne forma il ramo più antico si formò e regolarizzò nell’india settentrionale, specialmente nella zona detta “Madhyadesa”, “paese di mezzo” a un dipresso situata nella zona odierna di Dehli. Accanto al sanscrito, più che derivati dal sanscrito, sussistevano molteplici dialetti detti “pracriti” (da “prakrta”, lingua “lingua naturale”, appunto in contrapposto all’ “elaborato” sanscrito) che poi, sviluppatisi su linee autonome, diedero origine alla varie lingua aria parlate attualmente nel subcontinente indo-pakistano. L’evoluzione dal sanscrito ai pracriti antichi e da questi a quelli medi fino alle lingua moderne presente moltissime analogie con quella latino classico-dialetti latini-latino medievale-lingue romanze.
La lingua Urdu si sarebbe formata molto dopo le invasioni musulmane, alla corte dei Moghul, dal contatto e commercio fra gli invasori e gli indigeni parlanti i loro dialetti locali, dialetti (specialmente anzi il dialetto suddetto) che si sarebbero man mano imbevuti di parole arabo-persiane, specchio dalla cultura islamica, formando quella lingua mista, scritta in caratteri arabo-persiani, che è appunto l’Urdu. Essa nel nome stesso rispecchierebbe tale origine, poiché Urdu significa in turco e in mongolo “accampamento” e “zaban-e-urdu” significherebbe la “lingua dell’accampamento” (imperiale) di dehli.
La letteratura: il periodo dakhni:
Sab Ras (tutti i sensi) fu scritto su richiesta del sovrano Abdul Qutab Sciah nel 1635. vajhi aveva scritto anche qualche altra opera in prosa, ma questa è la migliore e più famosa.
Scuola di Dehli
Ghalib, col fantasmagorico dramma di Amanat Lasciamo Lucknow e la sua scuola per tornare, ancora, nella vecchia capitale dell’impero. Proprio quando questo sta ora vicino alla sua anche formale rovina definitiva (col mutiny del 1857) a Dehli si ha una rinascita della poesia Urdu, che culminerà col grande Ghalib.
Prosa Urdu
Bagh-u-Bahar (il giardino e la primavera) di Mir Amman di Dehli, scritto nel 1801 e pretesa immmitazione di una Qissa-e Ciahar Darvesh di Ameer Khusrav. Mille e una notte, il Bustan-e- Khayal (giardino di khayal, ovvero della fantasia), Nautarz-e-Murassa di Tehsin, Araisc-e-Mehfil (ornamento della assemblee, sulle avventure del generoso eroe arabo preislamico hatim tai).
Tota Khani (storia del pappagallo), Fasana-e-Agaib (fiabe di meraviglia)
Mohammad Iqbal (1877 - 1938) poeta
Asrare-e-Khudi (i misteri del l’io), Rumuz-i-Bekhudi (gli arcani del non-io, cioè della spersonalizzazione), Piyam-e-Mashriq (messaggio dell’oriente), Bang-e-Dira (il segnale della carovana) etc.
Saadat Hassan Manto (1912 - 1955) short story writer (novellista)
Kali shalwar, Dhuan, Thanda Ghost, Atish Parey, Siha Hashie, Sarkando Kay Pehchay, Manto Kay Drammay, Manto Ki Khaniaya, Manto Kay Afsanay etc.
Faiz Ahmad Faiz (1912 - 1983) poet





Sarfraz Baig( poeta )
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